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giovedì 23 febbraio 2012

I 10 PIU' FORTI CALCIATORI DI SEMPRE

Questa e' la classifica stilata da un migliaio di giornalisti di tutto il mondo interrogati su questo quesito.
Io  ve la riporto in ordine di preferenza

1) MESSI: Non vi racconto chi e'! Troppo contemporaneo!Sapete gia' tutto! Tempo perso!
E' piu' forte di Maradona? Non credo...Maradona era un giocoliere,un talento inarrivabile e anche se faceva meno goal trascinava una squadra intera e una nazionale intera. Messi e' fortissimo anche in relazione all'eta' ma gioca nel Barcellona e non nel Napoli. Maradona ha fatto grande una discreta nazionale. Messi non ha fatto nulla in una discreta nazionale.
Lo metto al pari di Maradona altrimenti vi arrabbiate!

1)DIEGO ARMANDO MARADONA:  El Pibe de Oro nasce a Lanus, in Argentina, il 30 ottobre 1960. Per quanto la diatriba con Pelè duri da decenni è di gran lunga il più grande giocatore di tutti i tempi. Nasce calcisticamente nell’Argentinos Juniors e si consacra come talento di livello mondiale nelle fila del Boca Juniors. Il passaggio in Europa è inevitabile tanto che il numero 10 approda al Nou Camp per militare nelle fila del Barcellona. Gli inizi sono difficili ma nella seconda stagione Diego mette in mostra tutta la sua classe. Nonostante ciò i rapporti con il Barcellona e il suo presidente Nuñez erano ormai deteriorati, e Maradona  fu clamorosamente ingaggiato, dopo un mese di difficili trattative, dal Napoli per la cifra record di tredici miliardi e mezzo di lire. Il contratto fu firmato senza che il Napoli disponesse della liquidità per regolarizzare l’acquisto; il denaro venne versato solo in un secondo momento. Si racconta che l’allora presidente del Napoli Corrado Ferlaino abbia depositato in federazione una busta vuota, facendo credere che contenesse il contratto firmato dal giocatore. In questo modo guadagnò il tempo necessario per concludere la trattativa, sostituendo poi la busta vuota con quella regolare. A Napoli Maradona diventa il miglior calciatore del mondo portando la Seleccion alla conquista del Mondiale ed i Partenopei agli scudetti dell’87 e del 90. Il Mondiale di Italia ’90 è l’inizio della crisi del campione argentino che viene ripreso mentre insulta tifosi italiani rei di aver fischiato l’inno biancoceleste. L’anno successivo è l’ultimo a Napoli per colpa di un controllo antidoping che lo segnala positivo alla cocaina. Nel 2000 il Napoli decise che nessun giocatore avrebbe indossato la maglia numero 10 di Maradona.

2) PELE’: Il suo vero nome è Edison Arantes do Nascimento ma è da tutti conosciuto come Pelè. Nasce a Tres Coracoes il 24/10/1940. Ritenuto il più grande di sempre da molti esperti di calcio. Ha segnato in carriera oltre 1000 gol di cui la maggior parte con la maglia del Santos. O’Rei nasce e cresce nella squadra brasiliana in cui milita dall’età di 15 anni fino al 1975 quando viene ingaggiato dagli americani del Cosmos. Con la nazionale brasiliana vinse ben 3 campionati da mondo. Pelé fu un calciatore completo, capace di coniugare tecnica e abilità atletiche, intelligenza e velocità, precisione nei passaggi e senso del gol. Il giornalista sportivo Gianni Brera disse che «Pelé vede il gioco suo e dei compagni: lascia duettare in affondo chi assume l’iniziativa dell’attacco e, scattando a fior d’erba, arriva a concludere. Mettete tutti gli assi che volete in negativo, poneteli uno sull’altro: esce una faccia nera, un par di cosce ipertrofiche e un tronco nel quale stanno due polmoni e un cuore perfetti».Il repertorio di dribbling di Pelé includeva una particolare giocata che in Brasile viene chiamata drible da vaca; un esempio di questa si ebbe nella partita contro l’Uruguay del Mondiale del ’70, quando l’attaccante lasciò passare il pallone – senza toccarlo – verso un lato del portiere e si lanciò su quello opposto, disorientando l’avversario. Pelé fu anche un eccelso colpitore di testa, nonostante la statura relativamente ridotta;

3) RONALDO: Il suo nome completo è Ronaldo Luis Nazario da Lima detto “il Fenomeno”. Nasce il 22 settembre del 1976 a Rio de Janeiro e vanta ben 2 Palloni d’Oro ed un Fifa World Player. La sua carriera è costernata da infortuni alle ginocchia che non gli hanno permesso di vincere quanto poteva. Nonostante ciò il suo palmares è quello di un campione: 2 Mondiali, 2 Coppa America,2 Coppa del Brasile,  1 Coppa d’Olanda, 2 Supercoppe di Spagna, 1 Liga, 1 Campionato brasiliano, 1 Coppa Uefa, 1 Coppa Coppe, 1 Coppa Intercontinentale. Ricordato inoltre come il miglior cannoniere di tutti i tempi nei Mondiali di calcio con 15 gol in 19 partite. Partendo dagli esordi col Cruzeiro il brasiliano si mise in mostra per la sua straordinaria media realizzativa: 350 gol in 509 partite con le maglie di Cruzeiro, Psv, Barcellona, Inter, Milan, Real Madrid e Corinthias. Imprendibile all’epoca di Inter e Barcellona, il Fenomeno, ha mostrato al mondo il “doppio passo” e nonostante gli infortuni che ne hanno limitato la velocità e  la mobilità rimane anche negli anni di Madrid e Milan un cannoniere straordinario. Considerando l’epoca storica in cui ha giocato è inserito da noi subito alle spalle di Pelè e Maradona.

4) JOHANNES CRUIJFF: detto Johan e spesso scritto Cruyff al di fuori dei Paesi Bassi. Fu l’interprete più emblematico del calcio totale con cui l’Ajax e l’Olanda di  Rinus Michels rivoluzionarono la storia del calcio tra la seconda metà degli anni sessanta e la prima metà dei settanta. Fu eletto Pallone d’Oro per tre volte. Fra Nazionale e squadre di club realizzò 377 reti in 612 partite. È stato eletto secondo miglior calciatore del XX secolo (dietro Pelè) nella statistica stilata dall’Iffhs. Sono numerosi i suoi soprannomi: il tulipano volante, il Pelè bianco, il papero d’oro,il Profeta del gol . Ambidestro, potente ed elegante, benché non ricoprisse un ruolo ben definito, poteva essere considerato un centravanti di manovra un trequartista, che, occupandosi al tempo stesso sia dell’impostazione della manovra sia della sua finalizzazione, univa tecnica a velocità in allungo. Era pertanto in grado di partire palla al piede e, soprattutto nei primi metri di scatto, di rendersi insidioso per ogni difensore quanto immarcabile per ogni mediano, grazie anche ad un dribbling fulmineo. Era anche tatticamente molto duttile: era capace di salvare il pallone sulla linea della propria porta o di pressare gli attaccanti avversari, per poi andare al tiro nell’area di rigore avversaria in pochi secondi. A 14 anni Johan vince il suo primo campionato, nella categoria Allievi. A 16 firma il primo cartellino con l’Ajax. In prima squadra debutta il 15 novembre 1964 in Groningen-Ajax (1-3). La settimana successiva realizza il suo primo gol nel 5-0 interno contro il Psv: dopo aver fatto passare la palla sopra la testa di tre avversari, si presenta davanti al portiere dopo un dribbling ubriacante, “chiama” il portiere fuori dei pali e lo dribbla due volte, prima di concludere a rete. Gli bastano poche apparizioni per diventare un titolare inamovibile. Nel 1974 viene ceduto al Barcellona, dove veste la maglia numero 9 invece della sua famosa numero 14. Gli inizi a Barcellona sono folgoranti mentre i successivi anni lo vedono vicino  alla Juventus (trasferimento saltato per la chiusura delle frontiere agli stranieri) prima di annunciare il ritiro. Nonostante tutto vanta 9 campionati olandesi, 1 Liga, 6 Coppa d’Olanda, 1 Coppa di Spagna, 3 Coppe Campioni, 2 Coppa Uefa, 1 Coppa Intercontinentale.

5) MICHEL PLATINI: Il suo nome è legato ad i colori bianconeri della Juventus e a quelli della nazionale francese. Le Roi riuscì nell’impresa di vincere 3 Palloni d’Oro consecutivi dal 1983 al 1985. Ricchissimo il suo palmares che annovera tra le altre cose 2 Campionati, 1 Champions League ed 1 Campionato d’Europa con la Nazionale francese. Arrivò a torino con Boniek nel 1982 per volere dell’avvocato Agnelli che stravedeva per lui. Reputato uno dei migliori calciatori e specialisti del calcio di punizione nella storia. Dotato di un bagaglio tecnico di primissimo ordine, era un trequartista dalla tecnica sopraffina, con visione del gioco notevole e in possesso di un innato fiuto per il gol tale da renderlo persino piu prolifico di molti attaccanti della sua generazione. Negli anni in bianconero sviluppò anche una grande capacità di elevazione che lo portò ad incrementare il suo già vasto repertorio con pregevoli gol di testa. Dopo un difficile ambientamento condusse la squadra bianconera alla finale di Champions vinta per 1-o ad Atene. Platini annuncia il suo addio al calcio giocato a soli 32 anni, in una intervista rilasciata allo Stadio Comunale nella quale il campione adduce motivazioni fisiche: non riuscendo più a raggiungere la forma necessaria per esprimersi ad alti livelli, rifiuta un arretramento “tattico” e preferisce anticipare il ritiro.

6) DI STEFANO: A soli 15 anni entrò nella rosa della seconda squadra del River Plate, per approdare l’anno successivo in prima squadra. E’ al Real Madrid, cui si trasferisce a inizio 1953, che la stella di Alfredo Di Stéfano conobbe il suo maggior splendore: bastano i numeri a descriverlo, 8 campionati spagnoli, 5 Coppe dei Campioni (in cui andò sempre a segno nelle rispettive finali, unico nella storia a riuscirci), una Coppa Intercontinentale e tantissimi riconoscimenti a livello mondiale tra cui spiccano due Palloni d’Oro. Coi Blancos segna 218 gol in 28 partite. Nel 1964 si trasferì all’Espanyol dove giocò fino al 1966 e chiuse la sua carriera all’età di 40 anni. Dal 5 Novembre 2000 è presidente onorario delle Merengues.

7) FRANZ BECKEMBAUER: Il Kaiser nasce a Monaco di Baviera l’11 Settembre 1945. Libero di Bayern Monaco, Amburgo e Cosmos è ritenuto il miglior difensore di sempre. Il suo albo parla per lui: 5 campionati nazionali tedeschi, 3 Coppe dei Campioni, una Coppa Intercontinentale, una Coppa delle Coppe, 4 Coppe di Germania e 3 campionati nordamericani. Con la Nazionale fu campione del mondo nel 1974, vice campione nel 1966, mentre giunse terzo nel 197 dopo la semifinale vinta per 4-3 dalla nazionale italiana.                                                                                                                                                                                                                                                                                                    Nel 1972 si aggiudicò anche gli Europei e nello stesso anno conquistò il Pallone d’oro,  successo quest’ultimo che avrebbe poi ripetuto nel 1976, anno in cui sfiorò il bis agli europei perdendo ai rigori la finale con la Cecoslovacchia.                                                                                                                                                                                                                      Dotato di classe cristallina fa dell’uscita palla al piede la sua caratteristica principale, inventando di fatto il ruolo del regista difensivo.

8 ) EUSEBIO: È considerato uno dei migliori attaccanti della storia del calcio. Fu eletto Pallone d’oro nel 1965 e Scarpa d’oro due volte (1968,1973). Occupa la 9a posizione nella speciale classifica dei migliori calciatori del XX secolo pubblicata da IFFHS. E’ stato la più grande leggenda del calcio lusitano.
Nato a Lourenço Marques in Monzambico nel ’42, colonia Portoghese, arriva al Benfica nel 1960. Eusebio con la maglia del Benfica vince 11 tittoli nazionali, per sette volte è il capocannoniere del campionato portoghese. Nel 1962 vince la Coppa dei Campioni.
Sensazionale la sua media-gol. con la maglia del Benfica realizzò 317 gol in 301 partite giocate nel campionato lusitano, più di un gol a gara.
Con la nazionale realizzò 41 reti in 67 partite giocate. Soprannominato Pantera nera per come abbinava potenza e velocità.

9) VAN BASTEN: Il “Cigno di Utrecht” nasce il 31 ottobre 1964 e muove i primi passi a soli 15 nell’Elinkwijk per poi passare all’Ajax, club da cui inizia la sua carriera a grandi livelli. Dai lanceri passerà al Milan degli “Invincibili” dove vincerà tutto con Sacchi in panchina. Misto di potenza, fisico, classe ed inteligenza tattica riuscì a segnare 300 gol in carriera e ad aggiudicarsi ben 3 Palloni d’Oro ed un Fifa World Player. Dopo 4 operazioni alla caviglia e parecchi anni di stop decide di ritirarsi nel 1995 nonostante la giovane età. Resterà per sempre nei cuori dei tifosi rossoneri ed eloquente è la frase di Galliani ” il calcio ha perso il suo Leonardo da Vinci”.

10) RONALDINHO: Il Gaucho è l’unico giocatore ancora in attività tra quelli che per noi sono stati i migliori di sempre. Attualmente militante nel Milan, Ronaldinho merita di stare in questa classifica per gli anni di Barcellona in cui ha strabiliato il popolo blaugrana. Emblema del calcio divertimento ha cominciato la sua carriera da professionista nel Gremio per poi trasferirsi al Psg. Gli anni francesi sono gratificanti a livello personale perchè si impone su grandi palcoscenici ma la squadra non è adatta alle sue aspirazioni e dopo soli due anni cambia aria approdando al Nou Camp di Barcellona. In blaugrana si afferma come miglior calciatore del mondo e vince tra le altre cose un Mondiale ed una Champions League. Dotato di grande tecnica, velocità di gambe e di pensiero è da annoverare tra i migliori assist-man di tutti i tempi. Nel 2004 e 2005 si aggiudica due Fifa World Player ed un Pallone d’Oro. Dopo alcune divergenze con l’allenatore decide di trasferirsi al Milan dove solo a sprazzi dimostra il suo vero valore

Sono talmente bravi giornalisti che si sono dimenticati uno che a mio avviso va innoverato tra i primi cinque: Zinedine Zidane e Messi
Saluti

1 commento:

Anonimo ha detto...

roberto baggio e' la vera dimenticanza